Metadati
Mittente: G. Valentinelli
Luogo: Venezia
Data: 20-02-1856
Precedente: 08-02-1856
Successiva: 3-03-1856
Consistenza: 1 bifolio

c. 135r
i. r. biblioteca Marciana

Venezia lì 20 febbraio, 1856

Pregiatissimo Signore
rispondo subito alla sua del 14 corrente, ch’io m’ebbi questa mattina dal gentilissimo di Lui fratello. Ho dato subito commissione perché le siano trascritte le cinque lettere desiderate che il fratello sarà al caso di trasmetterle subito, dacché mi pare ch’Egli protragga a Pasqua il suo viaggio di ritorno. Or che m’è dato conoscere più dettagliatamente con quale diligenza Ella ci stia aparecchiando l’edizione absolutissima delle lettere del Petrarca colla versione a fronte (locché opino Ella voglia molto opportunamente adottare), io la prego ad aggiungervi intera la scorta di studi bibliografici, che servono di guida prima a coloro i quali‘ o vogliano soggettare ad esame gli studi già fatti, o vogliano darvisi Eglino stessi. E’ perciò ch’io mi permetto di darle conto de’ codici della nostra Biblioteca, sicuro che niente sarà sfuggito alle scrupolose di Lei ricerche nel fatto delle opere a stampa. 1. Da apprezzarsi su d’ogni altro è il codice ms. CCCC.LX.XVII de’ latini, fra quelli di cui diè il catalogo, a metà del secolo scorso un mio antecessore, Antonio Maria Zanetti. E’ cartaceo in foglio piciolo (che ora direbbe 4o grande) di 100 carte numerate posteriormente. La scrittura data della fine del secolo XIV o del principio del secolo XV. E’ stesa regolarmente, con poche abbreviature, in pagine da 36 a 38 linee. Apposti dalla stessa mano sono i titoli ad inchiostro rosso (che comprendono il nome della persona cui è inidiritta la lettera e il soggetto, indicato però con più sobrietà che nell’edizione del de Gregoriis), come pure colorate con semplice tratto le iniziali de’periodi, o anche talora delle proposizioni. Non saprei dire perché il descrittore del codice scrisse Epistolarum familiarum libri VI, mentre porta la stessa divisione degli otto libri della edizione de Gregoriis, la stessa coordinazione delle lettere, gli stessi indirizzi, non lo stesso compendio, come ho notato. Ciò potrebbe dar credito all’opinione che il codice sia l’usato nell’edizione princeps. Amico però dellaverità, più che di Platone , dirò opporti alla probabilità del fatto a. la diversità d’espressione della silva e del soggetto della lettura, b. l’ommissione nella stampa, di due lettere alla fine del codice, la prima ad eundem (a quello a cui fu indirizzata l’anteriore Supererat hic) De amici morte violenta VIIII. Com. “Nondum satisfeceram fortune nisi acutori cuspide nostris” (lettera che manca pure dietro un leggero esame fattone, al libro ottavo dell’edizione di Venezia

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Opera omnia I501), la seconda De conditionibus humanis vite Com. “Quid mihi de hac vita (in qua degimus interrogas) videatur”, lettera che nell’edizione I501 è intitolata ad Lombardum de Sirico. L’editore quindi non avrebbe tacciato il codice di mutilazione ultimum quidem (ut opinor) marium, e tanto meno avrebbe potuto scrivere reliquos barbarico calamo adenso pers mos, se la scrittura è, son per dire, calligrafia. (a) (o) Prendo ad esame gli altri codici, senza ordinarli per tempo, ma mentenendo l’ordine progressivo della loro inserzione nelle varie classi delle appendice al catalogo stampato. Tale obbligaz ordinazione mi obbligherebbe a ricopiare la lettera, dacché stretto dalle occupazioni, non posso: ciò valga a purgarmi dalla taccia di non guidata esposizione o di errori. 2. Codice membran. f.o del secolo XIV, a due colonne di linee 43, a caratteri regolari con iniziali colorate alternativamente in rosso e turchino. E’ l’ottantesimo quinto della classe VL. de Mss. Latini. Fra le altre cose del Petrarca comprende il libro Epistolarum sine titulo. Leggesi al fine liber de sine nomine feliciter caplicit. (b) (f) 3. Codice cartaceo in f.o masc. del secolo XV a due colonne di linee 58-62 in carte 129. Le prime carte sono scritte da altra mano più accuratamente con tratti colorati in rosso nella iniziali de’ periodi: il resto del codice ha colorate alternativamente a rosso e turchino, le pericope o divisioni de’ periodi o soggetti. E’ il codice XVII della classe XI de’ Manoscritti latini, e comprende i diciasette primi libri delle lettere senili. (g) k 4. Codice membranaceo, in 4.o piccolo, del secolo XV, in carte 402 a carattere corrente di [?]enne[?] mani (Mss. Lat. Cl. XL, cod. LXXX) comprende quasi cinquanta trattati di diversi autori, fra’ quali son quattro lettere di Petrarca, a. “Tibi prosam familiarem scio esse quam carmen”; b. Ad Johannem Artinum “Desiderium tibi regularum nostrarum alte tibi insitum cerno”; c. Ad Donatum “Habes in amice viam tandem exoptatum permistumque laborum”; d. Ad Antonium studiosum adulescentem “Litterulam tuam, fili, simulque minusculum recepi”; e. Ad Robertum comitem “Et in nominis claritas inclite vir et amici omnis caritus”. f. Ad Cesarem “Non sum nescius vetus hec iniuria” g. Ad Priorem Magnum Camalduli “Pro benigna illa et plena vere caritatis epystola”; con frammen | ti di lettere di poco conto. Cart. 130b-134a. (h) (l) 5. Codice cartaceo in f.o del secolo XV (Mss. Lat. Cl X, Cod. CCLIV) ha al fine in tre carte a due colonne la lettera cui precede il titolo De Maria Puteolana ex epistolis celeberrimi viri Francisci Petrarce poete florentini libro quinto rerum familiarum epistola quarta ad Johannem de Columna. Com. “Cum multa sane miracula Deus ille fecerit” (i) (m) 6. Codice membran. in f.o del secolo XIV, già appartenente a Francesco Barbaro. E’ il codice da Lei conosciuto (MSS. Lat. Cl. XIII, Cod. LXX) (c) (e) 7. Codice cartaceo in 4. del secolo XV a caratteri eguali di linee 33. per pagina (MSS. Lat. Cl. XIV, Cod. VII) comprende, fra le altre cose Petrarcha ad Lombardo de Sirico differitur vite huius finis Com. “Mesto ac lacrimabili casu consternatus animus” (k) (n) 8. Codice cartaceo in 4 del secolo XV, di più mani. E’ a carta 115 Epistola domini Francisci Petrarcha, de vita solitaria. Com. “Quid mihi de hac vita qua degimus interrogas” 9. Codice cartaceo in 4. del secolo XV di carte 120, a caratteri irregolari, di più mani (MSS. Lat. Cl. | XIV, Cod. LXIX). Sta a carte 20-25 la lettera di Petrarca a Nicolò Acciaiuoli siniscalco del re

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di Sicilia, che incomincia senza intitolazione “Iam tandem, vir clarissime, perfidia fides”. 10. Codice cartaceo del secolo XV in f.o a caratteri diversi (MSS. Lat. Cl. XIV, Cod. CCXXXL) contiene fra molte altre cose, lettere senili, de itinere ad terram sanctam et carmen ad Benedictum PP XII di Francesco Petrarca a. Iuvenilia inter opuscula que mihi per adulescentiam exciderunt b. Ad Johannem de Certaldo de vaticinio morientium. Epistola V primi senili Com. “Magnis me monstris”; c. Ex VI senili Contra avaritie magistros etc Com. “Et miramur si avaritie regnum” e. Ad Donatum Apennigenam gramaticum de penitentia et ad hanc efficacibus sanctorum libris V libri senili VIII Com. “Due quidem nuper epystole” (l) (q) 11. Codice membranaceo in 8 del secolo XIV, scritto da parecchi (MSS. Lat. Cl. XIV, Cod. CCXXXIV) Comprende a c. 2-52a ventuno lettere del Petrarca Com. De sine nomine Francisci Petrarca liber Com. “Cum semper odiosa fuerit nunc capitalis est veritas” Manca l’ultima lettera “Magnam tuis uberemque materiam” (d) (g) 12. Codicetto cartaceo in 4.o del secolo XV in carte 47 (MSS. Lat. Cl. XIV, Cod. CCXXXIX) vi si leggono due lettere di Petrarca a cart.256-29 a. Pandulfo de Malatestis etc. Com: “An magis expediat uxorem ducere”; b. De qualitate vite presentis Com. “Quid mihi de hac vita qua degimus videatur” (in due altri nostri codici è inscritta De conditionibus humane vite, de vita solitaria (e) (h) 13. Codice cartaceo in f.o masc. del secolo XVI scritto negli anni 1480-1502 (MSS. Lat. Cl. XIV Cod. CCLIV). Alla lettera di Lombardo da Serico “Ferret animus te videndi desiderio” c. 15b-17b spedita da Livio Ferro Patav. per Paulum Meiettum, 1581, 4o, però con lezioni varianti), succede la risposta del Petrarca, che com: “Scripsisti mihi quo letius de te audire non poteram” (i) 14. Codice cartaceo in f.o dei secoli XV e XVI (MSS. Ital. Cl. VI, Cod. CCLXX) Alla fine contiene 23 lettere, già a stampa, trascritte nel secolo XVI (f) (p) 15. Codice cartaceo in f.o del secolo XV (MSS. Ital. Cl. XI, Cod. CXX). A carta 58, dopo la lettera di Giovanni Metino a Francesco Petrarca comincia: “Franciscus Petrarcha Iohanni Metino ignoti hominis, ed “noti bonis epystulam libens legi” (n) (r) Convengo interamente con Lei che l’edizione del’epistolario 1484 sia segnata dal Maittaire benché la ripetano e Panger e l’ultimo Hain in Repertorium Bibliograficum Stuttgardie 1838, in 8., i quali però mostrano di aver riportato il titulo del Mattaire, nell’altro giacché non v’aggiungono la menoma osservazione, dalla quale s’inserisca l’esame del libro. L’è il caso del l’araba fenice. Che ci sia ciascun lo dice. Dove sia nessun lo sa. La prego d’indicarmi liberamente quant’altro potesse occorrerle, perché l’edizione raggiunga la possibile perfezione. Suo fratello m’indicò qualche altro suo desiderio. Abbia Ella il disturbo di formularmi in lettera la ricerca, a tutto suo commodo. Aggradisca i sentimenti di stima onde me la protesto.

Devotis.mo Servitore
Giuseppe Valentinelli